7° Appuntamento: Domenica 26 Aprile ore 16 “Il Castello SS. Salvatore” #videoconferenzaonline #laculturanonsiferma

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Relatore Giovanni Rizzo

 

Descrizione

L’imponente monumento è ubicato all’ingresso della città sull’estrema punta della penisola di S.Raineri delimitante il porto naturale di Messina, sicuramente tra i più importanti di tutto il bacino del Mediterraneo. Il progetto ed i lavori di fortificazione della città, particolarmente esposta agli attacchi sia da terra che da mare, e quindi “chiave di tutto il sistema di difesa del regno”, nell’emergenza della paventata invasione turca, venne affidato nel 1535 da Carlo V d’Angiò al bergamasco Ferramolino nell’ambito dell’intensa ed aggiornata attività edilizia che contribuì a connotare la nuova città. L’esperto ingegnere, già impegnato per i lavori di bastionamento a Palermo e per il Forte ftdella Goletta presso Tunisi, coadiuvato dallo studioso e matematico messinese Maurolico, sfruttò la particolare conformazione del sito, realizzando una fortezza semicircolare che inglobava la vetusta torre di S.Anna, un baluardo da cui si dipartivano due massicce cortine bastionate rinforzate da altrettanti corpi a pianta pentagonale, chiusi da una porta d’ingresso con un ulteriore muro esterno di difesa. Il complesso sistema difensivo della città, circondata da numerose alture limitrofe, veniva ulteriormente rafforzato dal Ferramolino con la realizzazione di due munitissimi forti, Gonzaga e Castellaccio, arroccati su altrettante alture. Per realizzare il Forte SS. Salvatore fu necessario abbattere molti edifici sia civili che religiosi, come l’importante monastero basiliano del SS. Salvatore dei Greci, già esistente nel 1121, voluto da Ruggero II d’Altavilla e divenuto sede archimandriale per la felice posizione geografica in cui era costruito.

Le fonti storiche rivelano il grande pregio del complesso, sia per la qualità architettonica dell’impianto costruttivo sia per l’apparato decorativo della Chiesa demolita in una fase successiva dei lavori, dove furono presenti probabilmente i primi mosaici apparsi in Sicilia e pregevoli decorazioni pittoriche dovute all’abilità di maestranze locali. I lavori di realizzazione della fortificazione, rallentati da sopraggiunte difficoltà economiche per il cospicuo impegno di somme necessario, vennero ultimati intorno al 1606. Il Forte del SS. Salvatore ha subito, nel corso dei quattro secoli, innumerevoli trasformazioni ed ampliamenti, per ovviare ai danni dovuti a fenomeni naturali, come bradisismi del suolo e terremoti (1783 e 1908), a cause esterne come le numerose incursioni belliche nonché le sovrastrutture militari, realizzate al suo interno durante le due guerre e dal dopoguerra sino ad oggi.

Tali eventi pertanto complicano una lettura filologica del monumento cosicché risulta oggi difficoltoso datare le diverse fasi di costruzione di tutti gli ambienti tuttora esistenti all’interno del baluardo circolare. Della originaria fortificazione del Ferramolino rimangono a nord la cinta muraria esterna, quella visibile dal mare, ed a nord-est la cinta muraria di ingresso caratterizzata da una porta ad arco realizzata in bugnato di pietra locale sormontato dall’iscrizione celebrativa: “REYNANDO LA MAGESTAD CATOLICA DEL REY FILIPPE D’AUSTRIA III… EN EL ANNO DEL SENOR MDCXIIII”. L’accesso al baluardo vero e proprio è dato da un grande portale in pietra inserito tra due semicolonne realizzate con una pregevole bicromia e culminanti in capitelli corinzi. Superato l’atrio si attraversa un grande spazio che immette in un percorso circolare formato da ambienti (posti a quota livello mare) di dfdiverse dimensioni, con copertura a volta, che includono la poderosa torre di S. Anna, originaria e più antica struttura militare del sito ancora per brevi tratti visibile, esistente all’estremità della falce già dal periodo aragonese. Sempre al piano terra sono ubicate due grandi sale, una con funzione di polveriera, rivestita interamente con gabbia metallica e un’altra simmetrica utilizzata probabilmente per deposito. L’accesso al primo piano era dato da una scala a scivolo in ciottoli di pietrame e grossi blocchi in pietra locale, rinvenuta nel corso dell’attuale restauro demolendo la sovrapposta scala in cemento; a questa quota sono ubicate le cinque camere da fuoco, sporgenti su un grande terrazzamento, dalle cui feritoie è possibile cogliere la visuale completa dell’ingresso del porto e della città. Sul pavimento delle camere da fuoco sono ancora visibili le pietre disposte in modo semicircolare all’interno delle quali si facevano scorrere i cannoni e le botole rotonde che servivano al passaggio delle munizioni dal livello inferiore. Allo stesso piano vi sono  i due saloni analoghi a quelli sottostanti con feritoie sporgenti sull’atrio d’ingresso, collegati con due scale più piccole perpendicolari alla rampa principale. Il grande terrazzo semicircolare prospiciente le camere da fuoco è stato occupato nel 1934 dall’imponente costruzione della base ottagonale in cemento armato che sostiene la stele su cui è collocata la statua in bronzo della Madonna della Lettera, realizzata dallo scultore messinese Tore Edmondo Calabrò, per onorare la Protettrice della città di Messina. Il piano di copertura del Forte è dato da un terrazzo con ulteriori postazioni da fuoco, originariamente collegato ai lunghi muraglioni perimetrali con feritoie, oggi finalmente liberate da magazzini militari.

 

Testo dell’Arch. Alessandra Ministeri

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